Solomon Gursky è stato qui

Mordecai Richler,Solomon
Gursky è stato qui, Fabula,traduzione di Massimo Birattari{Field(#Introduzione)}
{Field(#Adattamento)}
{Field(#Illustrazioni)} –>

2003 , pp.  596

euro 19,00, Adelphi
 
A chi lo incensava come l’inimitabile cantore del microcosmo ebraico di
St Urbain Street, Mordecai Richler rispose da par suo, e cioè facendo
saltare il tavolo con questo romanzo, il suo penultimo. Qui il racconto
abbraccia infatti due secoli, due sponde dell’Atlantico e cinque
generazioni di una dinastia ebraica in cui tutto è smisurato: vitalità,
ricchezza, lusso, inclinazione al piacere in ogni sua forma. Ma nessuna
grande famiglia è senza macchia, e la macchia dei Gursky si chiama
Solomon, rampollo in disgrazia che pare essere stato presente, come
Zelig più o meno negli stessi anni, in tutti i momenti cruciali del
ventesimo secolo – la Lunga Marcia, l’ultima telefonata di Marilyn, le
deposizioni del Watergate, il raid di Entebbe. Solomon rimarrebbe
tuttavia un mistero, se della sua fenomenale parabola non decidesse di
occuparsi il più improbabile dei biografi, Moses Berger, ex ragazzo
prodigio rovinato dal rancore, dall’alcol, ma soprattutto dalle sue
stesse maniacali indagini intorno a un unico soggetto: i Gursky. I
lettori di Barney avranno certamente riconosciuto gli ingredienti base
di ogni Richler da collezione: a sorprenderli, stavolta, sarà la loro
imprevedibile miscela.
Solomon Gursky è stato qui è stato pubblicato per la prima volta nel 1989.
 
Salomon Gursky was here
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appena sveglio

appena sveglio penso sempre “dove sono?”
appena sveglio non mi so quasi mai rispondere, anche quando sono a casa
appena sveglio devo fare pipì, ma non ne ho voglia e cerco di rimandare
appena sveglio cerco di prolungare il sogno che stavo facendo, cercando disperatamente di ricordarlo, di strapparlo dall’inevitabile oblio che lo fara’ sparire di lì a poco
appena sveglio cerco ancora di dormire
… ma poi mi devo alzare….

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grotta

scendere nelle viscere della terra, andare giù giù giù giù, dove la luce e l’aria di sopra non arrivano…. sentire poi, improvvisamente, il rumore dell’acqua, un fiume che scorre fra le rocce, lontano, giù giù, ancora più giù, e passare poi sopra il ponte sospeso a una cinquantina di metri dall’acqua…. emozioni bellissime, che valgono tutta la fatica che uno ha fatto per scendere prima e risalire poi….

 

quando, dopo circa un cammino di un’ora, riconosci la luce naturale e l’aria calda di fuori, l’emozione è intensa, quasi come in viaggio al centro della terra di Verne, da cui riaffiorano nella mia mente le immagini del fortunato film con james mason e del  libro visti e letti da ragazzo e rivisti e riletti anche da adulto… quasi quasi adesso lo vado a cercare (il libro), e vediamo che sensazioni mi provoca oggi….

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pioggia a ferragosto

è ferragosto e piove, forte forte…. è stata una giornata calda e afosa e solo ora, verso sera, la pioggia porta refrigerio, anche se ancora non si sente appieno…. mi piace sentire l’odore della pioggia, quel misto di asfalto e bagnato che creano un aroma inconfondibile… peccato che il tutto sia rovinato dalle puzze di una fetida pizzeria da cui esalano miasmi di fritti insalubri e sughi vecchi e riscaldati…

 il giorno di ferragosto mi è proprio piaciuto, con tutto il suo portato di famiglia e cibo in eccesso… in fondo è questo che ci piace fare in vacanza, prima di dedicarci ad attività considerate intellettualmente più elevate…..

  la pioggia

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Voto del docente di religione cattolica nello scrutinio per l’ammissione

L’ Associazione Nazionale “Per la Scuola della Repubblica”
esprime sconcerto e preoccupazione nei confronti di un documento prodotto
dall’ANDIS (Assoc.Naz. Dirigenti Scolastici) in merito alla CM. 32 del 14 marzo
scorso “Scrutini ed esami a conclusione
del primo ciclo di istruzione”.

 
Il contenuto del documento è emerso all’evidenza dell’opinione pubblica
soltanto recentemente, in occasione degli scrutini per l’ammissione degli alunni
ai previsti esami che si svolgeranno nei prossimi giorni.

  
Il punto che solleva la nostra viva protesta riguarda la considerazione
del  voto del docente di religione
cattolica nello scrutinio per l’ammissione..

    Recita a questo proposito il
documento dell’ANDIS “ Il docente di religione vota e se questo voto è
determinante per l’ammissione, o la non ammissione, deve essere motivato per
iscritto nel verbale. Lo stesso trattamento non è previsto per chi non si avvale
dell’insegnamento della religione
cattolica”.

  
Viene così completamente snaturato il principio affermato nella revisione
dell’Intesa (DPR 202/90) cui la stessa ANDIS peraltro dichiara di riferirsi (!):
Nello scrutinio finale, nel caso in cui la normativa statale richieda una
deliberazione da adottarsi a maggioranza, il voto espresso dall’insegnante di
religione cattolica, se determinante, diviene un giudizio motivato iscritto a
verbale”.

      Il motivo per il
quale è stata introdotta nell’Intesa tra Governo italiano e CEI la clausola
citata è ben evidente.

     La scelta se avvalersi
o non avvalersi dell’irc non può avere in alcun caso effetti discriminanti  (art. 9 del Nuovo
Concordato).

      Pertanto il
docente di religione cattolica ha diritto ad esprimere il proprio giudizio nel
verbale, ma il suo voto – se determinante – non può valere nel computo dei voti
espressi dal Consiglio di classe determinando l’ ammissione o la non ammissione
dell’ alunno/a che si avvale dell’irc.

      L’Associazione
“Per la scuola della Repubblica” invita tutti coloro che siano a conoscenza di
casi di palese illegittimità (= alunni ammessi, o non ammessi, col voto
determinante del suddetto docente) a denunciare la circostanza, non consentendo
lo svolgimento di esami  che
potrebbero comunque essere impugnati nelle sedi legali.

Roma 4 giugno 2008

      

Comitato
“Per la scuola della Repubblica” associazione onlus –

Sede
legale
via La Marmora 26 50121, Firenze;
operativa via Papiniano 38, 00136 Roma, 

amministrativa
 via G. Venezian 3, 40121 Bologna.
(c/c postale 23452543)

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14 GIUGNO 2008 – NON C’E’ SICUREZZA SENZA DIRITTI

14
GIUGNO 2008

NON
C’E’ SICUREZZA SENZA DIRITTI

MANIFESTAZIONE
DELLA ROMA ANTIRAZZISTA ED ANTIFASCISTA, DELLA SOLIDARIETA’ E DELLE
DIFFERENZE, DELL’AUTOGESTIONE E DELLA CULTURA DIFFUSA, DELLE
PERIFERIE E DELLE LOTTE SOCIALI

Caduto l’IMPERATORE
dello spettacolo e del mattone, NON CADE L’IMPERO.

Dopo settimane di
vergognose offensive politico-mediatiche che hanno strumentalizzato
il tema della sicurezza facendo degli immigrati ed in particolare dei
ROM un vero e proprio capro espiatorio delle drammatiche
contraddizioni urbane e sociali delle nostra città; dopo le
roboanti promesse di cambiamento pronunciate in campagna elettorale
dal nuovo RE di ROMA; all’alba dell’insediamento del Sindaco
Alemanno e del nuovo governo delle Destre, la città si sveglia
nel pieno di una svolta populista, autoritaria e xenofoba; una deriva
reazionaria sostenuta da tutti i poteri forti, con in testa
ovviamente LA CURIA e le immancabili LOBBY DEL MATTONE. Le recenti
aggressioni a gay e trans al Prenestino, agli studenti presso
l’Università la Sapienza, pur nella loro diversità
rappresentano un segno tangibile della svolta autoritaria annunciata
in Campidoglio. Come lo sono le dichiarazioni rilasciate sugli
sgomberi degli immobili occupati dai senza casa e dei centri
sociali che rendono evidenti le reali priorità di governo del
nuovo esecutivo cittadino. In questo clima da assedio alla società,
in nome dei profitti e del mercato, tutti diventano nemici, i precari
del terzo settore perchè guadagnano troppo, e vanno sostituiti
con volontari o stagisti a pochi euro al mese, coloro che lavorano
nel pubblico impiego perchè sono fannulloni e quindi vanno
licenziati, tutti i precari e le precarie perchè forse domani
chiederanno qualcosa di più dalla vita che la mancetta da
lavoro per sopravvivere a casa di mamma e papà, oppure morire
di lavoro o strozzati dal mutuo o dall’affitto a libero mercato.

Pezzo dopo pezzo, si sta
smontando un concetto di sicurezza e legalità che, come una
preghiera viene trasmesso tutti i giorni dall’altare dei media per
sacrificarci e regalare nelle loro mani il nostro presente negato ed
il nostro futuro impossibile. Nel nostro vocabolario alle parole
insicurezza e paura troviamo scritto precarietà a vita,
reddito incerto, ritmi di lavoro inaccettabili e morte sul lavoro ed
una qualità della vita che non migliora mai, ferita attraverso
la demolizione dei diritti e degli spazi di libertà. La nostra
“insicurezza” è legata al carovita, alla mancanza di
reddito, all’aumento spropositato degli affitti e dei prezzi delle
case, ad un processo di precarizzazione del lavoro e della vita che
non consente ad una fascia sempre più ampia di cittadini di
arrivare alla fine del mese e di vivere dignitosamente. E’ il
frutto di una corsa sfrenata alla produttività ed al mercato
che produce ritmi di lavoro da capogiro, che nega diritti e
sicurezza, che alimenta la “guerra interna” delle morti sul
lavoro.

LA NOSTRA INSICUREZZA è
legata alla condizione di ricattabilità permanente in cui
stanno relegando i migranti che vivono e lavorano nelle nostre città
e nel nostro paese, a cui vengono negati accoglienza e diritti,
perché ciò è utile ad alimentare una folle
competizione al ribasso nel mercato del lavoro, a scavare solchi di
solitudine ed incomunicabilità sociale. In questi anni Roma è
STATA LA METROPOLI più produttiva d’Italia, tempio dello
sfruttamento e della precarietà, capitale dei Re di Roma e
città delle baraccopoli. In questi anni Roma è stata
deturpata e saccheggiata dai pescecani della rendita (Caltagirone,
Toti, Ligresti, Parnasi, Pulcini, Vaticano) e da una giunta che ha
votato un Piano Regolatore INFAME. Grazie a loro e a chi li ha
favoriti, Roma è oggi una delle metropoli mondiali con i
prezzi più alti per l’affitto e per l’acquisto di una
abitazione, con 270 mila case sfitte e una lista d’attesa per una
casa popolare lunga 35 mila
famiglie.

L’ALTRA ROMA SCENDE IN
PIAZZA…

L’ALTRA ROMA DIFENDERA’
i
centri sociali conquistati aprendo nuovi spazi di aggregazione e
solidarietà, socialità e mutualismo, autorganizzazione
e controcultura in ogni quartiere.

L’ALTRA ROMA
CONQUISTERA’
un vero piano di Case Pubbliche per dare una abitazione degna a tutti
e tutte, italiani o migranti, per sottrarre le nostre vite agli
interessi del mercato e riconquistare la casa come bene comune.

L’ALTRA ROMA DIFENDERA’
le grandi risorse dei nostri territori, per la vivibilità ed i
servizi nei nostri quartieri in difesa dei beni comuni e della nostra
salute.

L’ALTRA ROMA
CONQUISTERA’
un lavoro sicuro ed un reddito garantito per tutti e tutte, parità
di diritti e politiche di accoglienza per costruire una città
plurale, delle diversità e delle molteplicità,
attraverso l’autogoverno.

L’ALTRA ROMA DIFENDERA’
quelle forme di vita, espressive, artistiche che entrano in conflitto
con le regole del mercato dello spettacolo e del divertimento.

Questi sono i tasselli
di
un mosaico, di una sfida più ampia in grado di affermare
l’idea e la realtà di un’Altra Città possibile da
conquistare strada per strada, metro dopo metro, libertà dopo
libertà. Per questo invitiamo tutti e tutte a costruire
attivamente, in una forma ampia e reticolare, la manifestazione
cittadina di sabato 14 Giugno che muoverà dal complesso
dell’ex Regina Elena, che dopo anni di abbandono e incuria da parte
dell’Università, è stato occupato da circa trecento
nuclei familiari ora sotto sgombero. Scenderà in piazza la
Roma dei movimenti di lotta per la casa, degli centri sociali, degli
studenti in movimento, dei comitati di quartiere, dei precari e degli
antirazzisti per alimentare conflitti, immaginari, nuove prospettive
di trasformazione. Scenderà in piazza e si ricorderà di
gridare a gran voce “Libertà per Emiliano”, studente e
attivista agli arresti domiciliari dopo essere stato aggredito dai
neofascisti di Forza nuova presso l’università la Sapienza
lo scorso 27 maggio.

Roma non diventerà
mai chiusa, inospitale, razzista.

 

!
Case, Reddito, Diritti Per Tutti e Tutte !

Giovedì
5 Giugno ore 18 Piazza dell’Immacolata (San Lorenzo)

Assemblea
Pubblica

 

Sabato
14
Giugno 2008 ore 16:30

Manifestazione
da Regina Elena Via del Castro Laurenziano

 

 

PRIME ADESIONI:

Action, Blocco Precario
Metropolitano, Coordinamento cittadino Lotta per la casa, Comitato
Obiettivo Casa, Acrobax, Angelo Mai, Auro e Marco, Brancaleone, Corto
Circuito, Decolliamo, Esc, Ex 51, Ex Snia, Factory, Forte Prenestino,
Horus occupato, Intifada, Kollatino, Lucha y Siesta, Onda Rossa 32,
Rialto, Ricomincio dal Faro,Sans Papiers, Spartaco, Spazio occupato
Il comitato primavalle, La Strada, Strike, La Talpa, La Torre,
Villaggio Globale, Vittorio occupato, Zona rischio

PER ULTERIORI ADESIONI:
CSROMA@INVENTATI.ORG

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Odoardo Focherini

Buongiorno,
 
    Sono Maria Peri, nipote del Giusto fra le Genti e Medaglia d’oro al merito civile Odoardo Focherini, nato a Carpi (MO) il 07/06/1907 e morto il 27/12/1944 a Hersbruck (Flossenburg).


    Con e per la mia famiglia sto cercando persone che possono averlo onosciuto dentro o fuori     dai lager. Se qualcuno potesse avere informazioni utili si può rivolgere al sito www.odoardofocherini.it

Grazie dell’aiuto.


Maria Peri
Associazione Mnemos
maria2512@email.it
www.odoardofocherini.it

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Togliamo i simboli religiosi negli edifici pubblici e mettiamo i primi dodici articoli della Costituzione

PER LA SCUOLA DELLA REPUBBLICA

Comitato di Firenze


 

Don Santoro parroco delle Piagge (periferia di Firenze) ha proposto: togliamo i simboli religiosi negli edifici pubblici e mettiamo i primi dodici articoli della Costituzione.

Fa piacere che un "prete" impegnato nella lotta per i diritti dei deboli ed emarginati proponga in un momento in cui c’è gran bisogno di unità e di solidarietà, di togliere negli edifici pubblici i simboli religiosi che possono dividere ed affiggere i primi dodici articoli della Costituzione, che dovrebbe essere la Carta di tutti.

Rattrista però che in un Paese in cui il principio della laicità, secondo l’insegnamento della Corte Costituzionale, dovrebbe essere un principio supremo sia difeso da un "prete" e disatteso dalle autorità pubbliche nazionali e locali che dovrebbero garantirne la piena attuazione.

Ovviamente la proposta di Don Santoro è stata criticata dai soliti "benpensanti" di destra, ma anche di sinistra con i soliti luoghi comuni; tutti abbiamo il massimo rispetto per i simboli religiosi, ma sarebbe l’ora di cominciare a distinguere tra luoghi di culto e luoghi pubblici aperti a tutti in condizioni di uguaglianza indipendentemente dal sentimento religioso.

Il Comitato "Per la Scuola della Repubblica" ritiene la difesa dei diritti e dei principi fondamentali, come il diritto all’ uguaglianza, alla libertà religiosa ed il principio di laicità non si debba mai transigere; per questa ragione appezziamo la proposta di Don Santoro e per questa stessa ragione abbiamo portato la questione davanti al Tribunale dei Diritti dell’Uomo a Strasburgo "Parigi val pure una messa" non ci appartiene.

 

P. il Comitato  Corrado Mauceri

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due di giugno, di Lidia Menapace

Il mese di maggio ha avuto un finale vorticoso: Roberta Lisi mi chiede un pezzo  sul 2 giugno per il giornale della Sinistra democratica e devo essere a Milano la mattina di sabato e a Genova il pomeriggio dello stesso giorno per due diverse iniziative.  Poi resterò a Genova il giorno dopo e la mattina del primo giugno a casa di Monica, approfittando che l’iniziativa genovese coinvolgeva tra i relatori Rosangela Pesenti e me e che a Genova è venuto anche Davide Dodesini, mentre nè Rosangela nè Davide possono  essere presenti  all’incontro di Pescara a fine giugno perchè sono diversamente ma ambedue impegnati con lo svolgimento degli esami di maturità, ci scambiamo alcune idee che io sono incaricata di riferire poi a Pescara .
 
  A Milano dunque ero stata invitata da una fondazione (La fondazione Cecchini Pace) di studi  analitici, per un incontro su "Il dominio maschile e le sue correlazioni con la violenza" che è risultato per l’impostazione data da Chantal Podio  un interessantissimo confronto tra linguaggi e ambiti disciplinari: confrontare i significati e i codici simbolici delle scienze sociali e della poltica serve, apre orizzonti e ricomincia -visto dalla parte della politica-  un nesso, una trasmissione di dati e domande tra scienze e cultura politica che forse può travolgere espressioni non più comunicative e un parlare rituale e stanco. Mi è piaciuto molto: tra l’altro una delle presenti aveva quasi più di me il pallino del significato delle parole ed è stato piacevole lo scambio.
 
  Nel pomeriggio mi sono trasferita a Genova dove nella sede di un circolo Arci, Marea e l’Arci appunto avevano organizzato una giornata di studio scambio e confronto, fatto appunto di  confronti tra donne di differenti generazioni  che si scambiavano esperienze e opinioni  su "lavori, saperi, corpo, cittadinanza" e alla fine seguiva una mia "lectio magistralis"(!) sulla storia del femminismo. Monica Lanfranco che aveva lanciato l’iniziativa, motiva così  l’esigenza di essa: "Tutti e tutte dopo la drammatica svolta elettorale di aprile sentiamo fortissimo il pericolo di perdere forze e coraggio nel durissimo lavoro che ci aspetta per ricostruire un tessuto  condiviso di pratiche, idee e sogni, per contrastare l’oblio e la cancellazione della memoria storica dei movimenti per il cambiamento,  in particolare del movimento delle donne, senza i quali non ci può essere presente e futuro di pace e giustizia"
 
   Una iniziativa di grande respiro e Monica ha poi rivolto a tutte/i un bel messaggio conclusivo che vi inoltro a parte.
 
   La domenica mattina con Rosangela Monica e Davide abbiamo chiacchierato  un po’ sulla Tavola  luxemburghiana "II pane e le rose", ponendo alcune esigenze preliminari che saranno riportate in modo più preciso all’assemblea di giugno a Pescara: emerge le necessità di fare nell’estate alcune "lezioni zero"  in modo da tarare e sperimentare forme e modi di avviare la Tavola. Sarà necessario anche trovare qualche appoggio economico e forse prendere l’abitudine di chiedere a regioni province comuni il patrocinio o qualche aiuto economico: è giusto,  è un esercizio della cittadinanza e consente di costruire condizioni di parità tra le persone che governeranno la scuola e non sono tutte e tutti nelle stesse  condizioni economiche e logistiche. Si proverà.
 
  Al momento di ripartire da Genova si scopre che è in corso uno sciopero del compartimento  ligure e di quello toscano di vari sindacati delle ferrovie e quindi i miei programmi saltano e  però riesco a rimediare abbastanza e arrivo a Bolzano con sole due ore di ritardo, ma ancora prima di notte fonda. Lo sciopero è un fastidio, ma sono contenta che sia stato fatto, non sento mugugni tra i viaggiatori.  Non so se sia approvazione o passività, inclino per la seconda interpretazione.
 
  Arriva e passa il 2 giugno  e qui si misura in modo  limpidissimo  il disastro capitato. Non vi è la minima protesta per l’aspetto militare dominante:  la folla per l’appunto si affolla,  da ogni parte  d’Italia, per fortuna il ricevimento al Quirinale è più popolare del solito. Il presidente ha dato  un qualsiasi riscontro o cenno di attenzione al messaggio di Peyretti? E qualche movimento ha fatto o detto qualcosa?  

 


di Lidia Menapace
 
 
3 giugno 2008
 

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Mubarak e le proposte di LaRouche al vertice FAO


   

L’appello lanciato dal presidente del Movimento Solidarietà
tedesco Helga Zepp-LaRouche lo scorso 3 maggio affinché si
raddoppi la produzione mondiale di cibo, si sciolga
l’organizzazione per il commercio mondiale WTO e si fondi un
nuovo sistema monetario ha suscitato in diverse parti del
mondo un dibattito che si farà sentire anche alla conferenza
di Roma della FAO, dal 3 al 6 giugno.

L’appello è stato ripreso nell’edizione del 1 giugno di
Al-Ahram, quotidiano ufficiale egiziano che ha sottolineato
la "coerenza" delle vedute del presidente Hosni Mubarak e
Helga Zepp-LaRouche "la consorte dell’eminente economista
americano Lyndon LaRouche".

Al Ahram riferisce in prima pagina che Mubarak partecipa al
vertice della FAO a motivo del peso politico che l’Egitto
rappresenta in Africa, tra i paesi arabi e nel mondo. Egli
esporrà le idee del suo governo sulla crisi ponendo
l’accento sul diritto al cibo dei paesi poveri e in via di
sviluppo, indicando le cause della crisi e definendo le
soluzioni realistiche che implicano una collaborazione
comune tra le nazioni. Giacché Mubarak sarà il primo oratore
tra i leader mondiali, il suo discorso darà il la all’intera
conferenza.

L’editoriale del quotidiano egiziano propone il raddoppio
della produzione alimentare, uno stop ai biocarburanti, alla
speculazione ed all’accaparramento da parte delle
multinazionali, e la creazione di un meccanismo
internazionale di cooperazione affinché si impieghino al
meglio le conoscenze scientifiche e si finanzino le tecniche
agricole più moderne.

L’appello di Helga Zepp-LaRouche è trattato direttamente in
un articolo di Maha Nassas, che in esso riconosce "una delle
idee migliori, che meritano più rispetto … e coerente con
le idee espresse dal Presidente Mubarak". L’articolo passa
quindi in rassegna alcune proposte di Helga Zepp-LaRouche:
raddoppio della produzione alimentare, scioglimento della
WTO, una seconda rivoluzione verde, grandi infrastrutture,
specialmente progetti idraulici, definizione di un nuovo
sistema di Bretton Woods rifacendosi all’esperienza di
Franklin Delano Roosevelt, un accordo per la costruzione del
Ponte di sviluppo eurasiatico come spina dorsale per la
ricostruzione economica mondiale e lo sviluppo, e infine la
necessità di convenire un’assemblea generale dell’ONU per
discutere e prendere queste decisioni.

In chiusura Nassas riprende la conclusione dell’appello che
cita la Dichiarazione d’Indipendenza americana,
sottolineando che Zepp-LaRouche chiede che "il diritto al
cibo sia sancito come uno dei diritti umani più importanti
da difendere e proteggere in tutte le nazioni civili del
mondo, un tema che specialmente gli Stati Uniti e le nazioni
europee devono porre, invece di fare tanto chiasso per
interferire negli affari interni di altre nazioni su
questioni di gran lunga meno importanti".

Helga Zepp-LaRouche è stata anche intervistata il 30 maggio
dalla radio ecuadoregna insieme al rappresentante del paese
alla FAO Ivan Angulo Chacon, che ha appoggiato la sua
proposta. L’Istituto Schiller ha inoltre ricevuto il
sostegno di centinaia di personalità e rappresentanti degli
agricoltori, tra cui il prof. MS Swaminathan, parlamentare
indiano e "padre" della prima Rivoluzione Verde, e Alberto
Cantero, presidente della Commissione Agricola della Camera
dei deputati argentina.

Inoltre il programma alimentare dell’Istituto Schiller è
stato presentato direttamente al Parlamento Danese da Tom
Gillesberg, convocato nell’audizione del 22 maggio della
Commissione Affari Esteri e in quella della Commissione
Cibo, Agricoltura e Pesca il 28 maggio. I delegati dello
Schiller hanno avuto modo di approfondire l’argomento con i
parlamentari anche oltre i 15 minuti a loro disposizione.

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