Solomon Gursky è stato qui

Mordecai Richler,Solomon
Gursky è stato qui, Fabula,traduzione di Massimo Birattari{Field(#Introduzione)}
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2003 , pp.  596

euro 19,00, Adelphi
 
A chi lo incensava come l’inimitabile cantore del microcosmo ebraico di
St Urbain Street, Mordecai Richler rispose da par suo, e cioè facendo
saltare il tavolo con questo romanzo, il suo penultimo. Qui il racconto
abbraccia infatti due secoli, due sponde dell’Atlantico e cinque
generazioni di una dinastia ebraica in cui tutto è smisurato: vitalità,
ricchezza, lusso, inclinazione al piacere in ogni sua forma. Ma nessuna
grande famiglia è senza macchia, e la macchia dei Gursky si chiama
Solomon, rampollo in disgrazia che pare essere stato presente, come
Zelig più o meno negli stessi anni, in tutti i momenti cruciali del
ventesimo secolo – la Lunga Marcia, l’ultima telefonata di Marilyn, le
deposizioni del Watergate, il raid di Entebbe. Solomon rimarrebbe
tuttavia un mistero, se della sua fenomenale parabola non decidesse di
occuparsi il più improbabile dei biografi, Moses Berger, ex ragazzo
prodigio rovinato dal rancore, dall’alcol, ma soprattutto dalle sue
stesse maniacali indagini intorno a un unico soggetto: i Gursky. I
lettori di Barney avranno certamente riconosciuto gli ingredienti base
di ogni Richler da collezione: a sorprenderli, stavolta, sarà la loro
imprevedibile miscela.
Solomon Gursky è stato qui è stato pubblicato per la prima volta nel 1989.
 
Salomon Gursky was here
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