due di giugno, di Lidia Menapace

Il mese di maggio ha avuto un finale vorticoso: Roberta Lisi mi chiede un pezzo  sul 2 giugno per il giornale della Sinistra democratica e devo essere a Milano la mattina di sabato e a Genova il pomeriggio dello stesso giorno per due diverse iniziative.  Poi resterò a Genova il giorno dopo e la mattina del primo giugno a casa di Monica, approfittando che l’iniziativa genovese coinvolgeva tra i relatori Rosangela Pesenti e me e che a Genova è venuto anche Davide Dodesini, mentre nè Rosangela nè Davide possono  essere presenti  all’incontro di Pescara a fine giugno perchè sono diversamente ma ambedue impegnati con lo svolgimento degli esami di maturità, ci scambiamo alcune idee che io sono incaricata di riferire poi a Pescara .
 
  A Milano dunque ero stata invitata da una fondazione (La fondazione Cecchini Pace) di studi  analitici, per un incontro su "Il dominio maschile e le sue correlazioni con la violenza" che è risultato per l’impostazione data da Chantal Podio  un interessantissimo confronto tra linguaggi e ambiti disciplinari: confrontare i significati e i codici simbolici delle scienze sociali e della poltica serve, apre orizzonti e ricomincia -visto dalla parte della politica-  un nesso, una trasmissione di dati e domande tra scienze e cultura politica che forse può travolgere espressioni non più comunicative e un parlare rituale e stanco. Mi è piaciuto molto: tra l’altro una delle presenti aveva quasi più di me il pallino del significato delle parole ed è stato piacevole lo scambio.
 
  Nel pomeriggio mi sono trasferita a Genova dove nella sede di un circolo Arci, Marea e l’Arci appunto avevano organizzato una giornata di studio scambio e confronto, fatto appunto di  confronti tra donne di differenti generazioni  che si scambiavano esperienze e opinioni  su "lavori, saperi, corpo, cittadinanza" e alla fine seguiva una mia "lectio magistralis"(!) sulla storia del femminismo. Monica Lanfranco che aveva lanciato l’iniziativa, motiva così  l’esigenza di essa: "Tutti e tutte dopo la drammatica svolta elettorale di aprile sentiamo fortissimo il pericolo di perdere forze e coraggio nel durissimo lavoro che ci aspetta per ricostruire un tessuto  condiviso di pratiche, idee e sogni, per contrastare l’oblio e la cancellazione della memoria storica dei movimenti per il cambiamento,  in particolare del movimento delle donne, senza i quali non ci può essere presente e futuro di pace e giustizia"
 
   Una iniziativa di grande respiro e Monica ha poi rivolto a tutte/i un bel messaggio conclusivo che vi inoltro a parte.
 
   La domenica mattina con Rosangela Monica e Davide abbiamo chiacchierato  un po’ sulla Tavola  luxemburghiana "II pane e le rose", ponendo alcune esigenze preliminari che saranno riportate in modo più preciso all’assemblea di giugno a Pescara: emerge le necessità di fare nell’estate alcune "lezioni zero"  in modo da tarare e sperimentare forme e modi di avviare la Tavola. Sarà necessario anche trovare qualche appoggio economico e forse prendere l’abitudine di chiedere a regioni province comuni il patrocinio o qualche aiuto economico: è giusto,  è un esercizio della cittadinanza e consente di costruire condizioni di parità tra le persone che governeranno la scuola e non sono tutte e tutti nelle stesse  condizioni economiche e logistiche. Si proverà.
 
  Al momento di ripartire da Genova si scopre che è in corso uno sciopero del compartimento  ligure e di quello toscano di vari sindacati delle ferrovie e quindi i miei programmi saltano e  però riesco a rimediare abbastanza e arrivo a Bolzano con sole due ore di ritardo, ma ancora prima di notte fonda. Lo sciopero è un fastidio, ma sono contenta che sia stato fatto, non sento mugugni tra i viaggiatori.  Non so se sia approvazione o passività, inclino per la seconda interpretazione.
 
  Arriva e passa il 2 giugno  e qui si misura in modo  limpidissimo  il disastro capitato. Non vi è la minima protesta per l’aspetto militare dominante:  la folla per l’appunto si affolla,  da ogni parte  d’Italia, per fortuna il ricevimento al Quirinale è più popolare del solito. Il presidente ha dato  un qualsiasi riscontro o cenno di attenzione al messaggio di Peyretti? E qualche movimento ha fatto o detto qualcosa?  

 


di Lidia Menapace
 
 
3 giugno 2008
 

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