Mano A Mano, Carlos Gardel

Mano a mano

[ Parole di C.E. Flores /Musica C.Gardel 1920 ]

Rechiflao en mi tristeza

hoy te evoco y veo que has sido

en mi pobre vida paria

solo una buena mujer.

Tu presencia de bacana

puso calor en mi nido

fuiste buena, consecuente

y yo sé que me has querido

como non quisiste a nadie,

como non podrás querer.

Se dio el juego del remanye

cuando vos, pobre percanta,

gambeteabas la pobreza

en la casa de pensión.

Hoy sos toda una bacana,

la vida te rie y canta

los morlacos del otario

los jugás a la marchanta

como juega el gato maula

con el misero ratón.

Hoy tenés el mate lleno

de infelices ilusiones

te engrupieron los otarios,

las amigas, el gavion.

La milonga entre magnates

con sus locas tentaciones

donde triunfan y claudican

milongueras pretensiones

se te ha entrado muy adentro

en el pobre corazon.

Nada debo agradecerte,

mano a mano hemos quedado

no me importa lo que has hecho,

lo que hacés ni lo que harás

los favores recividos

creo habértelos pagato

y si alguna deuda chica

sin querer se me ha olvidado

en la cuenta del otario

que tenés se la cargás.

Mientras tanto que tus triunfos,

pobres triunfos pasajeros

sean una larga fila

de riquezas y placer

que el bacán que te acamala

tenga pesos duraderos

que te abrás en las paradas

con cafishios milongueros

y que digan los muchachos

" es una buena mujer"!

Y mañana cuando seas

descolado mueble viejo

y no tengas esperanzas

en el pobre corazón

si precisas una ayuda,

si te hace falta un consejo

acordarte de este amigo

que ha de jugarse el pellejo

pà ayudarte en lo que pueda

cuando llegue la occasión.
    

 

Mano a mano

[ libera traduzione]

Disperato nella mia tristezza

oggi di ricordo e vedo che sei stata

una buona compagna

nella mia povera vita.

La tua fattiva presenza

ha dato calore al mio nido

sei stata accondiscendente

e so che mi hai amato

come non hai mai amato nessuno,

come non potrai più amare.

 

Poi avvenne la rivincita

quando tu, povera ragazza,

volesti fuggire dalla povertà

della stanzetta in pensione.

Oggi sei una padrona,

la vita ti ride e ti canta

i quattrini del merlotto

te li giochi senza ritegno

come gioca il vile gatto

col povero topolino.

 

Oggi hai la testa piena

di illusioni infelici

ti ingannarono gli stupidi,

le amiche e il protettore.

La milonga coi potenti

con le sue folli tentazioni

dove trionfano e crollano

le banali aspirazioni

sono entrate nel profondo

del tuo povero cuore.

Di nulla devo ringraziarti, siamo pari

non mi importa ciò che hai fatto,

ciò che fai o quello che farai

credo di averti pagato

tutti i favori ricevuti

e se mi sono dimenticato,

senza volerlo, qualche piccolo debito

mettilo in conto allo scemo

che ti sta accanto!

Ti auguro che i tuoi trionfi,

poveri trionfi passeggeri,

siano una lunga fila

di ricchezze e piacere

che il boss che ti mantiene

abbia soldi in abbondanza

che ti possa pavoneggiare

coi magnaccia milongueri

e che dicano i ragazzi :

" E' una bella donna!"

E domani quando sari

una povera vecchia malridotta

e non avrai più speranze

nel tuo povero cuore

se desideri un aiuto,

se hai bisogno di un consiglio

ricordati di questo amico

che si giocherà la pelle

per aiutarti come può,

quando arriva il momento.

 

Il LUNFARDO è linguaggio di Buenos Aires, strettamente legato alla sua storia, è il linguaggio del Tango!

L'alluvione migratoria portò nella città di Buenos Aires idiomi e dialetti di ampio spettro che impiegavano parole che cominciarono a circolare negli arrabales e nei conventillos (ovvero nei quartieri di periferia e nei casermoni ove vivevano molte famiglie in condizioni misere)Il porteño orillero ( ovvero l'abitante dell'estrema periferia di Buenos Aires) le ascoltò con fastidio, poi con curiosità. In fine le trovò belle, e come per gioco, cominciò a inserirle allegramente nella sua parlata quotidiana così come le sentiva o trasformandole con ingegnosi incroci con le proprie parole. Nasceva così il Lunfardo.Mentre nella generalità dei paesi Ispanoamericani la lingua parlata rimane molto vincolata allo spagnolo, l'Argentina ha un suo proprio linguaggio consolidato che si differenzia dagli altri linguaggi non solo per la struttura e la pronuncia ma anche per la costante creazione di nuove parole, nuove espressioni e innumerevoli modi di dire.Risulta proprio invano che nelle scuole si insegni ai ragazzi a dire " tu eres" oppure "calla tonto" (" tu sei" oppure "zitto scemo") perchè quando escono da scuola, per strada, diranno "vos sos" o " cayate, gil".
[Athos Espìndola, Diccionario del lunfardo, Buenos Aires, Planeta 2002]

(grazie a http://www.tangoquerido.com/

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