Perché una persona di sinistra non può votare Di Pietro alle elezioni europee

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Perché una persona di sinistra non può
votare  Di Pietro alle elezioni europee
     

Vittorio Agnoletto europarlamentare PRC/Sinistra
Europea

articolo uscito su “il Manifesto” del 3 maggio 2009

 

Nelle ultime settimane ho
avuto modo di ascoltare non poche persone di sinistra intenzionate a votare
IdV, e questa stessa intenzione è stata rappresentata più volte sulle pagine di
questo giornale da diversi lettori.

Il 6/7 giugno si voterà
per il Parlamento Europeo e Di Pietro ha annunciato che tutti gli eletti dell’IdV
a Bruxelles faranno parte del gruppo “Liberali e Democratici”, il medesimo
gruppo al quale è stato iscritto lo stesso Di Pietro quand’era
europarlamentare.

Per valutare se sia  compatibile una rivendicata militanza a
sinistra con il voto alle elezioni europee per l’IdV, penso che la cosa
migliore sia analizzare il comportamento che il gruppo liberale ha tenuto verso
le principali direttive nell’ultima legislatura.

Nel settore delle
politiche sociali e lavorative il gruppo Liberale ha votato:

*a favore della
Bolkestein, che costituisce una vera e propria istigazione al dumping sociale e
alla concorrenza al ribasso tra lavoratori dentro l’UE;

*a favore della direttiva
che avrebbe prolungato l’orario di lavoro fino a 65 ore alla settimana e in
alcune occasioni fino a 78, direttiva che per ora, siamo riusciti a bocciare;

*a favore della
risoluzione sul lavoro nero che punisce più le vittime che i carnefici. Ed
infatti prevede per i datori di lavoro, che impiegano attraverso il lavoro nero
immigrati senza permesso di soggiorno, solo sanzioni pecuniarie ed invece
l’immediata espulsione degli stessi migranti (a meno che siano minori o che
riescano a dimostrare di essere vittime della tratta). Un vero e proprio
incentivo al lavoro nero degli immigrati: chi di loro farà più una denuncia ?

I Liberali hanno anche
votato a favore della direttiva della “vergogna” che prevede: la possibilità di
rinchiudere nei cpt/cie i migranti sprovvisti di permesso di soggiorno, ma
senza che abbiano commesso alcun reato, anche per 18 (6 +12) mesi; il rimpatrio
dei migranti in Paesi differenti dai loro: ad es. chi proviene dal Sudan
potrebbe essere rimpatriato in Libia, nei cpt di Gheddaffi in mezzo al deserto;
il rimpatrio dei minori non accompagnati purché abbiano nel loro Paese parenti
anche di grado  lontano….forse non è
allora così difficile capire come mai 10 parlamentari dell’IdV si siano
astenuti sul disegno di legge sulla sicurezza nel Parlamento italiano !

In politica estera, senza
infierire, mi limito a ricordare il voto favorevole alla risoluzione sul
potenziamento del ruolo della NATO nelle politiche di sicurezza dell’UE.

A coloro che obiettano che
tutto dipende da chi, nella lista, verrà eletto, rispondo che è sempre meglio
pensarci prima: può facilmente capitare (e non solo nell’IdV) che si dia la
preferenza a qualcuno che è contro il liberismo e si contribuisca invece ad
eleggere, con il proprio voto, un parlamentare della stessa lista pronto a
sostenere la direttiva sull’orario di lavoro quando il Consiglio, come annunciato,
la ripresenterà.

Inoltre è bene sapere che
a Strasburgo il lavoro del singolo deputato dipende quasi totalmente dal
rapporto con il gruppo parlamentare di appartenenza. Le iniziative individuali
hanno uno spazio quasi nullo.

E’ più che legittimo
compiacersi con chi lancia grandi proclami contro Berlusconi, per altro sempre
utili nel deserto del nostro attuale Parlamento italiano, ma non è sufficiente;
è necessario andare a vedere quali concrete scelte sociali costui pratichi.

E sulla base della mia
esperienza di cinque anni al Parlamento europeo, credo proprio che una persona
di sinistra, e che tale voglia restare, il 6/7 giugno non possa votare l’IdV.

 

 

 

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