Il demografo: connivenza sui clandestini (Intervista al professor Gian Carlo Blangiardo di Paolo Viana)

Da noi l’immigrazione e’ fuori controllo perche’ l’Italia non ha una vera e propria politica in questo campo, da anni lancia dei messaggi contraddittori e non e’ in grado di individuare i clandestini. L’analisi non proviene da un bizzoso ministro spagnolo ma dal demografo Gian Carlo Blangiardo, docente dell’universita’ di Milano Bicocca e all’Ismu, il quale ammette: "La Spagna ha adottato un sistema di anagrafe che le permette di controllare i flussi. E quando serve Zapatero non esita ad usare il pugno di ferro". D: L’Istat certifica una rivoluzione demografica che i rapporti Ismu denunciano da tempo e quindi sui numeri dovreste essere tutti d’accordo: considerando i clandestini, quanti sono gli immigrati in Italia? Le stime pubbliche coincidono con le nostre: tre milioni e mezzo di regolari, settecentomila in attesa di regolarizzazione e una frangia di clandestini veri e propri, che non chiederanno mai di essere regolarizzati. Calcolando che non tutte le domande presentate corrispondono a stranieri effettivamente gia’ in Italia – vi pare che ci siano veramente le 25 mila badanti cinesi che hanno fatto domanda? – direi che a fine 2008 la popolazione immigrata raggiungera’ i 4,5 milioni. Questo significa il 7-8% di tutti i residenti. Di tutti costoro gli irregolari si concentreranno al Sud e i regolari al Nord. D: Musica per le orecchie dei leghisti… E’ un fatto che gli irregolari si concentrino nel Mezzogiorno (…) Ai vertici dell’irregolarita’ sono Crotone (38,9%), Nuoro (35,5%) e Siracusa (34,4%), in coda Bolzano (6,8%), Rieti, Viterbo e Pistoia. Tra le aree metropolitane il tasso piu’ alto e’ a Napoli (31,7%), seguita da Catania (28,7%) e Milano si colloca, con un valore del 18,2%, attorno alla media nazionale. (…) D: Da dove nasce questa concentrazione nel Sud? L’economia del Mezzogiorno favorisce questo fenomeno. C’e’ una connivenza, dolosa o meno: c’e’ un datore di lavoro che chiede braccia a buon mercato e le braccia vanno dove servono. (…) D: Qual’e’ il punto piu’ debole della nostra politica? Le sanatorie non impediscono il rapido riformarsi di un nuovo stock di irregolaridi dimensioni ancora piu’ consistenti. Nel 2008 ce ne saranno almeno 650 mila. In vent’anni abbiamo effettuato cinque sanatorie a cadenza quadriennale, generando un ‘effetto richiamo’: il nostro Paese offre all’estero l’immagine di una realta’ permeabile. La Spagna, che pure ci critica per una presunta durezza, e’ molto piu’ inflessibile di noi e quando serve usa il pugno di ferro contro i marocchini. D: Madrid potrebbe essere un modello? Gli spagnoli hanno un’anagrafe chepermette l’iscrizione di tutti gli stranieri , garantendo loro anche qualche diritto. Cosi’ e’ piu’ facile controllare i flussi, anche in modo mirato; molto piu’ arduo quando non si sa ne’ quanti ne’ dove sono e ogni volta si deve procedere alla cieca. Il che ci porta a perdere risorse anziche’ risparmiarle. I clandestini sfruttati nei campi e nelle case degli italiani, infatti, sono tutti giovani e sani: se pagassero i contributi avrebbero diritto ai nostri servizi pubblici e contribuirebbero al nostro sistema pensionistico.
 

da Avvenire del 29 maggio 2008
 

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