editoriale delle 2 di notte

La questione era quella di scrivere qualche cosa. Anche alle due di notte. Pensovalorizzatore è una fissa degli ultimi mesi. L'idea di riuscire a dare valore a quello che si pensa, attraverso lo strumento del momento, il blog. Non per scrivere improbabili diari o sfoghi assoluti, ma per organizzare un po' quello che passa per la cabeza. Leggo tanto, guardo tanto, ascolto tanto, passo buona parte della mia giornata a prendere appunti su cosa dette da altri. E allora anche io dioc qualche cosa.

Intanto che che sono stanco morto. Ma felice. E questo è già un grande risultato. Ora la prima riflessione: è vero che gli innamoramenti non sono programmabili, che può accadere che uno, ad un certo punto, vede una certa cosa da una prospettiva completamente diversa, e che, di colpo, ciò che prima gli schifava, adesso lo fa impazzire. Ma dopo una infanzia a base di Inti-Illimani, amici flippati di Castaneda e Marquez e Paulo Coelho, le esagerazioni sulla mitizzazione degli Zapatisti, ma vi pare possibile che a uno che solo a sentire accennare motivi pseudo ispanici o lusitani gli veniva il mal di pancia, che schifava la paella, che le vacanze in Spagna mai, meglio la Germania, a uno così, alla soglia dei quarant'anni, a uno così gli viene la fissa per il Brasile? Adesso è tutto un ascolto di Veloso, Jobim, de Moraes, choro, samba, bossa nova, tropicalismo e Verde e Rosa di Mangueira. E se non riuscirò ad andarci sono certo che mi sentirò male.

Evviva evviva il grande Brasile. Mi sono addirittura comprato il numero monografico di Limes su questo grande paese. Adesso però basta. A nanna. E a presto. 

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